LA PAROLA AGLI ATEI

27 09 2008

 

Si veda la “Presentazione” di ATEI E CREDENTI nell’articolo precedente.

LA FORMAZIONE DELLUNIVERSO.

 

Dal “Caos”. Se per caos si intende un miscuglio indeterminato di “materia” ed “energia” presenti in modo estremamente aleatorio, ciò è in contrasto con il “Secondo principio della termodinamica”. In sintesi, lo stesso stabilisce che, in un sistema chiuso qual è il nostro Pianeta, l’energia tende sempre a degradarsi. Vale a dire che si passa comunque da un’energia qualificata ad un’altra “meno pregiata”. E’ il concetto di entropia (approssimativamente “disordine”), in base al quale (in sistemi irreversibili, quali quelli che nella pratica si verificano) si passa sempre dall’ordine al disordine, e non viceversa [*].

Ciò è in netto contrasto con la “teoria del caos”.

 

 

Dal “Caso”.  Il mondo è caratterizzato da un’infinita diversità. Non vi è un essere identico tra gli animali, non esiste una foglia uguale ad un’altra tra i vegetali, ogni sasso è differente dagli altri. E così via. Riuscire a “fare 6″ all’enalotto è di una difficoltà enorme.

Il “caso” non può presentarsi come “costruttore” di una “infinità” di esseri complessissimi (uomo, animali e vegetali), nonchè quel mondo intero che ci ospita e ci permettere di vivere (a meno che non arriveremo adautodistruggerci, proprio a causa della nostra “irrazionalità”).

L’evoluzionismo presuppone, i ogni caso, la formazione del “primo individuo”.

Come è, allora, possibile sostenere che dal caso sia scaturita la formazione del mondo, e dello stesso universo?

 

 

Dal “Big Bang”. La teoria (perché di questo si tratta) del Big Bang è tutta da dimostrare. Il primo esperimento presso il CERN di Ginevra (settembre, 2008) è stato fatto. Ammettiamo pure che l’Universo si sia formato “ad un certo momento” (circa 15 milioni di anni fa gli scienziati datano il Big Bang ). Il punto è: da che cosa si è formata la materia? Non dal nulla, poiché da esso “non è possibile creare alcunchè”. Inoltre, il termine creare presuppone l’intervento di Un’intelligenza superiore. Scartiamo questa ipotesi! Si potrebbe teorizzare che “la materia” (in base alla Relatività di Einstein: equivalenza tra energia e materia) si sia “trasformata” (in base alla prima legge della termodinamica) [*] da un’entità enorme di energia concentrata.

Rimane sempre da ricercare “Chi o che cosa” ha generato questa “quantità immane di energia”.

 

Presente “Dall’eternità”. C’è chi sostiene che l’Universo, e quindi la Terra, sono presenti dall’eternità. Non li hanno creati Dio!

Se così fosse (ed è tutto da dimostrare), questa teoria contrasterebbe completamente con quella del Big Bang che, invece, data la nascita dell’universo, come già visto, a circa 15 milioni di anni fa.

C’è qualcuno che riesce ad “assemblare” queste due ipotesi?  

 

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 [*] Argomentazioni correlate (scaricabili da DOWNLOAD):

  • Evoluzionismo e creazionismo
  • Credere nello “Inconoscibile”
  • Religioni e società

          Continua (Roma, 22.09.2008)





ATEI E CREDENTI

9 09 2008

UNA GRANDE SFIDA 

 

 

PRESENTAZIONE

Due scuole di pensiero in eterno conflitto fra loro. Atei e credenti.

Sempre e comunque l’un contro l’altro armati.

Arroccati nella convinzione di detenere la Verità, acriticamente senza voler assolutamente sentire le “ragioni” dell’altro.

E’ questo un comportamento saggio, portatore di un qualche vantaggio?

Si ha l’impressione di assistere ad una continua, logorante sfida fine a se stessa, dal momento che ognuna delle due “credenze” ritiene di essere la sola assolutamente nel giusto.

Due comportamenti affatto dissimili che, nel tempo, contribuiscono ad allargare sempre di più il “fossato” che li divide.

Generalmente l’ateo non vuole convincere chi non lo è, ma irride e considera con estrema sufficienza coloro che professano una qualunque Fede religiosa (poveretti loro, come li compiango!).

I credenti, da parte loro (ci sarebbe, in realtà, da fare un distinguo tra le varie Fedi), sono per lo più intolleranti  (talvolta rasentando il fanatismo) nei confronti degli atei. Eresia, anatemi, scomuniche, guerra santa, Crociate, Inquisizione: sono tutti vocaboli tristemente noti che mettono in risalto  questa intolleranza. Il credente vuole protervamente “convincere”, sia i “miscredenti” sia gli atei, che solo abbracciando la “sua” (ciò richiama alla mente il Dio mio e tuo, riferendosi ad Un Dio Unico!) Fede potrà avere la salvezza dell’anima e vivrà in eterno.

Bisogna peraltro riconoscere che ogni religione (che non ecceda nel fanatismo e non denigri le altre Fedi) è tanto portatrice di bene, quanto promotrice dei “valori” che sono fondamento dell’Umanità.

Così come (è mia personale convinzione) ritengo che l’ateismo possa considerarsi alla stregua di una “religione” laddove, con tale termine, ci si intenda riferire al credere in un’idea di per sé indimostrabile (Dio non esiste).

E’ assurdo pensare che chi si professa ateo sia “avulso” dai temi etici e dai valori universali quali, ad esempio, la pace, la giustizia, il rispetto per il prossimo, ecc. Non sono essi, a mio avviso, esclusivo appannaggio dei “credenti”.

I “valori” non sono “solo” un fatto religioso.

Non c’è bisogno di credere in Dio per comportarsi decentemente.

La Scienza cerca di capire come le cose funzionano, la Religione di capire gli scopi ed i significati della vita (Charles Townes,  Nobel per la Fisica, 1964)

Allo stesso tempo ritengo che ogni persona abbia il diritto di credere (o non credere) in ciò che più le aggrada, purchè non si dimostri intollerante nei confronti di chi la pensa differentemente da lui.

E’ proprio dell’essere umano cercare di dare risposta a ciò che non conosce, che lo trascende e che, quindi, non “può” comprendere, data l’infinita nullità che lo caratterizza.

Bisogna prendere anche atto che la scienza non può spiegare la fede, dal momento che essa non trascende l’uomo ma è ad esso intimamente legata.

La religione Inizia dove la scienza finisce (Richard Roberts- Nobel per la medicina, 1993)

La religione può comunque fornire una guida spirituale.

Il modo di dire “l’origine è Dio” equivale ad asserire  “non sappiamo qual’è l’origine (dell’uomo e dell’universo)”

Compito sia degli atei sia dei credenti dovrebbe essere, in primo luogo, quello di sradicare la disumanità dell’uomo verso l’uomo. Nonchè quello di aiutare il mondo ad essere un posto migliore per tutti.

Da questa premessa, diciamo così, di carattere generale, passo ad illustrare i motivi che mi hanno suggerito di intraprendere questo lavoro.

Innanzitutto, ritengo, ma posso essere clamorosamente smentito, che non si possa dimostrare “razionalmente” nessuno dei due “credi”: né che Dio esiste, né che Egli non esiste. Anche se l’eventuale “oggetto del contendere”, Dio, non è assoggettabile in alcun modo alla dimensione umana, bensì sarebbe questa ad esserne, eventualmente, soggetta, pur usufruendo la persona del libero arbitrio.

Entrambe le convinzioni poggiano, essenzialmente, sulla “fiducia” in un’idea, in una credenza.

Dimostrare questa “impossibilità” è proprio il principale obiettivo che con questo lavoro mi prefiggo di raggiungere.

In ogni caso, se dovessi essere smentito, sarei il primo ad esserne felice: il mio impegno si  sarebbe rivelato utile.

Una riflessione al riguardo. Anche la lingua italiana mi viene in aiuto per esprimere meglio  il concetto. Qualora si voglia manifestare un’incertezza, un dubbio, un’ipotesi, si usa il congiuntivo invece dell’indicativo. Se dico “non credo (scetticismo) che domani piova”, oppure “credo (ottimismo) che domani piova”, esprimo, di fatto, lo stesso concetto: non sono sicuro né dell’una né dell’altra convinzione. Ciò che è certo è che domani sicuramente o pioverà o non pioverà.

Sia per gli atei sia per i credenti, invece, ogni residuo dubbio viene trasformato in certezza delle proprie convinzioni.

Personalmente sono dell’idea che, spesso, essere pieni di “certezze” possa rivelarsi più dannoso che avanzare qualche dubbio, essere critici, porsi delle domande.

Sono sempre stato convinto che la sola cosa certa è che tutto è incerto.

Spesso non si fa altro che parlare, senza aver nulla da dire. Si annega il vuoto delle idee nell’eloquenza del discorso

Si va alla ricerca della Verità Assoluta. Di che cosa? Che significa?

Per il credente, può voler dire  conoscere la Verità assoluta di se stessi e, di conseguenza, dell’umanità. E poi, eventualmente, aiutare gli altri a trovarla a loro volta.

Tuttavia molti non fanno neppure questa ricerca, dal momento che si ritengono gli unici “esclusivi depositari” della Verità.

Sia atei che credenti potrebbero porsi al servizio della “vita”, darle un senso. Ognuno di noi, quando nasce, si trova davanti un “foglio bianco” che ha il compito di riempire durante il suo cammino terreno..

In fin dei conti chi crede in Dio deve, necessariamente, prendere atto che Egli ha creato tutti gli uomini, atei compresi.

Allo stesso tempo a chi rifiuta l’idea di un Essere Superiore, si potrebbe rilevare: se solo contassero i beni materiali, si arriverebbe ad un assurdo. Si sarebbe sicuri di perdere già in anticipo (che cosa si porta via nella tomba?).

Pur arroccato nel suo materialismo, l’ateo possiede sicuramente qualcosa in più rispetto alle cose inanimate, nonché agli animali.

Sono convinto che anch’egli anela a lasciare una traccia (ad esempio un libro rivelatore della “non” esistenza di Dio) che trascenda il puro materialismo in cui crede.

Ogni vita umana, in quanto tale è immortale.

Ciò che ho studiato e insegnato, mi sopravvivrà (Elie Wiesel). A maggior ragione continuerà a vivere oltre la morte dell’uomo qualsiasi concetto di giustizia perfetta, e di vero Bene. L’ingiustizia è, a mio avviso, il peggiore dei mali.

E’ insito nella persona il cercare di dare un senso alla propria esistenza, fare un qualcosa che rimanga nel tempo.

Queste riflessioni mi spingono a ritenere che, tanto gli atei quanto i credenti, possono dare un loro contributo per migliorare la società, l’Umanità (ed è questo di cui il mondo in cui viviamo  ha veramente bisogno).

Ho, però, ancora un altro obiettivo che mi auguro di poter conseguire.

Dimostrare che è possibile avviare, tra atei e credenti,  un confronto, un dibattito civile e aperto, senza voler demolire o ridicolizzare né l’uno né l’altro.

Vorrei contribuire a “togliere” il paraocchi agli uni ed agli altri, al fine di renderli capaci di  “guardare” anche chi la pensa diversamente. Sarebbe un bel modo di riproporre a chi lo avesse dimenticato lo sguardo di benevolenza verso il proprio prossimo.

Sono convinto che sarebbe utile ad entrambi i “contendenti” superare il “non volere” ascoltare, per approdare a “sapere” ascoltare. E poi farsi le proprie ragioni e mantenere, anche con maggiore convincimento, le proprie opinioni (perché solo di queste, in definitiva, si tratta).

Personalmente, sono sempre stato interessato a capire il perché altri la pensano differentemente da me.

In concreto, si vuole proporre un dibattito sulle “obiezioni” più eclatanti e ricorrenti che gli atei rivolgono ai credenti, e viceversa.

Ad ognuno degli “schieramenti” l’onere e l’onore di confutare uno per uno i rilievi   avanzati dalla controparte.

Un dibattito stimolante, non chiuso in se stesso, coinvolgente, interattivo.

Mi propongo, facendo la parte dell’avvocato del diavolo, di evidenziare i più frequenti rilievi che gli atei rivolgono ai credenti, e viceversa.

In tal modo, mi prefiggo di stimolare un dibattito (ripeto: leale e civile), mettendo in discussione quello che una parte o l’altra obietta per “smontare” la verità della controparte.

A questa il compito di “controbattere”, portando argomentazioni razionali (vale a dire comprensibili dalla mente umana, di per sé limitata), non dogmatiche.

Un compito arduo? Certamente! Ma stimolante e, mi auguro, in un certo senso anche “utile”.

Invito, fin da ora, chiunque ad integrare le argomentazioni che proporrò come tema di discussione. 

 

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LA PAROLA AGLI ATEI

LA FORMAZIONE DELL’UNIVERSO.

 

  • Dal “Caos”. Se per caos si intende un miscuglio indeterminato di “materia” ed “energia” presenti in modo estremamente aleatorio, ciò è in contrasto con il “Secondo principio della termodinamica”. In sintesi, lo stesso stabilisce che, in un sistema chiuso qual è il nostro Pianeta, l’energia tende sempre a degradarsi. Vale a dire che si passa comunque da un’energia qualificata ad un’altra “meno pregiata”. E’ il concetto di entropia (approssimativamente “disordine”), in base al quale (in sistemi irreversibili, quali quelli che nella pratica si verificano) si passa sempre dall’ordine al disordine, e non viceversa [*].

Ciò è in netto contrasto con la “teoria del caos”.

 

  • Dal “Caso”.  Il mondo è caratterizzato da un’infinita diversità. Non vi è un essere identico tra gli animali, non esiste una foglia uguale ad un’altra tra i vegetali, ogni sasso è differente dagli altri. E così via. Riuscire a “fare 6” all’enalotto è di una difficoltà enorme.

          Il “caso” non può presentarsi come “costruttore” di una “infinità” di      esseri complessissimi (uomo, animali e vegetali), nonchè quel mondo intero che ci ospita e ci permettere di vivere (a meno che non arriveremo adautodistruggerci, proprio a causa della nostra “irrazionalità”).

L’evoluzionismo presuppone, i ogni caso, la formazione del “primo individuo”.

Come è, allora, possibile sostenere che dal caso sia scaturita la formazione del mondo, e dello stesso universo?

 

  • Dal “Big Bang”. La teoria (perché di questo si tratta) del Big Bang è tutta da dimostrare. Il primo esperimento presso il CERN di Ginevra (settembre, 2008) è stato fatto. Ammettiamo pure che l’Universo si sia formato “ad un certo momento” (circa 15 milioni di anni fa gli scienziati datano il Big Bang ). Il punto è: da che cosa si è formata la materia? Non dal nulla, poiché da esso “non è possibile creare alcunchè”. Inoltre, il termine creare presuppone l’intervento di Un’intelligenza superiore. Scartiamo questa ipotesi! Si potrebbe teorizzare che “la materia” (in base alla Relatività di Einstein: equivalenza tra energia e materia) si sia “trasformata” (in base alla prima legge della termodinamica) [*] da un’entità enorme di energia concentrata.

Rimane sempre da ricercare “Chi o che cosa” ha generato questa “quantità immane di energia”.

 

  • Presente “Dall’eternità”. C’è chi sostiene che l’Universo, e quindi la Terra, sono presenti dall’eternità. Non li hanno creati Dio!

           Se così fosse (ed è tutto da dimostrare), questa teoria contrasterebbe completamente con quella del Big Bang che, invece, data la nascita dell’universo, come già visto, a circa 15 milioni di anni fa.

C’è qualcuno che riesce ad “assemblare” queste due ipotesi?  

 

 

[*]  Argomentazioni correlate (Scaricabili da DOWNLOAD):

  • Evoluzionismo e creazionismo
  • Credere nello “Inconoscibile”
  • Religioni e società

 

 

 Continua (Roma, 22.09.2008)